Yuri Sabatini Singing Teacher

Yuri Sabatini Singing Teacher
Voice coach in London

Saturday 29 January 2011

How do you stop the larynx from raising when singing higher in the voice?

To the Italian singer and teacher that follow this blog...
This has been my answer, in my own language, to a well known Italian singing teacher who asked me how I help my students to avoid the problem of the raising of the larynx when moving into upper voice. It goes very much into the specific of the teachings of the Belcanto practice but at the same time is common knowledge for a well-prepared individual. The all thing started with my observation that in order to teach effectively, one has to avoid confusing jargon and mystical explanations by using factual terminology that allows an immediate understanding of the message one wants to deliver. I will translate it properly in due time for my English-speaker followers, meantime you want to try with google.translate.com... but I don't guarantee the results!


Come affronti il problema della eccessiva risalita della laringe andando alla zona acuta?
Premetto che cio' che segue sono informazioni ed idee comuni al patrimonio di conoscenza di tutti gli insegnanti di canto che fanno il loro mestiere con responsabilita' e onesta', non mi sono inventato niente ne affermo di essere il solo ad applicarne i principi. Sono messe in maniera meno elegante di come il Maestro le saprebbe mettere, ma spero non meno valide!
A noi.
Allora immagino, Maestro, che stiamo prescindendo dalle complicazioni che sorgerebbero in partenza con una posizione della laringe che sia troppo alta o bassa, anche in note della zona del parlato. Queste possibilita' derivano, come sappiamo, da un concetto del suono, da una concezione interna del suono che e' non fisiologica allo strumento in questione. Se l'idea del soggetto e' di sentire un un suono piu' grosso, pieno, e forte di quello che naturalmente gli appartiene, e' facile che egli crei una distensione eccessiva delle pareti faringee ed un abbassamento della laringe: una ricerca di spazio interno che finisce per mascherare il suono. Se, all'opposto, il concetto e' quello di una voce piu' leggera, fina e chiara di quella di cui si e' dotati, la laringe assume una posizione piu' alta in partenza per adeguare il suono a tale timbrica.
In ultimo, il timbro esibito e' inconsciamente prodotto ed e' quasi sempre condizionato da fattori emozionali, caratteriali e culturali – che variano da Paese a Paese. In Italia per esempio, ( in linea generale almeno!) abbiamo sviluppato un unanime consenso per il suono naturale, completo, reso bello all'udito dalla presenza del “chiaroscuro” della tradizione vocale Italiana, dato da rotondita' e corposita' che coesistono assieme. La voce che lo produce e' percepita come libera, viva, e la completezza del suo suono e' infatti data dal rispetto della fisiologia dello strumento vocale, privo di tensione superflue e aggiuntive (che tolgono o aggiungono armonici di troppo e alterano la distribuzione dei picchi di frequenza, o formanti). In Germania, ancora per esempio, si preferisce un suono diverso (che spiega la tecnica del Deckung, della copertura anticipata e improvvisa di alterazione del timbro esibita da alcuni cantanti: tecnica non gradita dall'estetica sviluppata in Italia (e tra l'altro meno sana!) che predilige una copertura graduale e un timbro costante nell'ascesa alle zone acute della voce.

Per sperimentare e riconoscere il colore del suono senza deformazioni, l soggetto deve essere invitato a concepire la sua voce cosi' come l'ascolta in condizioni di tranquillita', di attiva, positiva rilassatezza. Come immagino che anche Lei concordera', metterlo a suo agio e invitarlo ad inalare come se si prendesse una sana boccata di aria pulita o si annusasse un profumo, mette lo strumento vocale nella migliore conformazione possibile, immune da pre-dispozioni che modificherebbero la conseguente produzione del suono. E' da notare l'importanza della decontrazione del muscolo retto addominale, il quale ha una connessione neurologica con l'attivita' glottidea: alla sua contrazione corrisponde di riflesso una tensione laringea.
Rispettando la postura assiale o nobile, e non contraendo I muscoli dell'addome, una facile distensione del diaframma favorisce la lieve discesa della laringe ad una posizione neutra, ne' alta ne bassa. Iniziare il suono, con una vocale nasale o consonante continuativa come la bocca chiusa ( “m”) -in cui la mandibola non sia serrata ma lasciata morbida, avendo cura di non contrarre a livello faringeo e lasciando la lingua nella posizione neutra (quella adottata quando si e' in silenzio, o quando si pondera e poi si esclama un “mmm”- e poi aprire in una vocale, si rivela il miglior modo per riconoscere il proprio suono. Non deve esserci nessuna ricerca di situarlo in nessun punto, la sensazione fisica varia da persona a persona (conformazione) da vocale a vocale (distribuzione degli armonici) e da nota a nota (punti di convergenza delle vibrazioni simpatetiche condotte per vie ossea). L'orecchio del soggetto e, solo di conseguenza ,il feedback del proprio corpo, lo guidano e informano la sua attivita' vocale.
Stabilito questo suono naturale, cioe' prodotto nel rispetto della propria fisiologia e osservante delle leggi della fonetica, il concetto, l'idea del soggetto puo' far conto su una costante: egli sapra' riconoscere il suo timbro e, nell'affrontare l'escursione in tutta la sua estensione, aver cura di non lasciare che questo suono, la sua voce, cambi – evento indesiderabile nel buon - e bel - canto ;)

Ora nel centro del mirino con la risposta alla sua richiesta, Maestro:

Nell'ascendere la gamma di altezze nella voce, si incontrano punti in cui le corde vocali incontrano di necessita' dei cambiamenti nella massa e nella lunghezza (ad opera di muscoli anch'essi presenti nella laringe e che non andro' a menzionare nel dettaglio perche' non lo gradisce, ma che invito tutti a conoscere!). Notoriamente, questi punti si trovano ad altezze differenti per le varie categorie vocali (es. tenore, basso, soprano, contralto), ma relativamente prevedibili all'interno della singola categoria (essi variano in base alla tipologia, di solito arrivano prima per voci drammatiche e piu' “in alto” per voci piu' leggere): e' in corrispondenza di queste altezze (in cui l'attivita' di un set muscolare cede il controllo a quella di un altro set, ndr.), che la laringe tende a salire.
L'allievo salendo nell'altezza del suono dalla zona della voce parlata, arriva ad un punto in cui avverte un cambiamento di colore del suono, che si sbianca, assottiglia e che (proprio per evitare che tale cambiamento sia evidente) gli richiede un maggiore sforzo e lo porta ad una sensazione di fastidio.
Oltre quel punto, puo' spingere ancora un po', ricorrendo al gridare: certo il suono e' sforzato e non sostenibile a lungo. Ad un certo punto continuando a salire, la voce si fa' stridula ed e' impossibile salire ancora (secondo passaggio).
Rivediamo il problema. Il suono si fa' piu' “chiaro” (ovvio: la glottide si fa' piu' piccola, le corde piu' fine) e d'istinto, poiche' non avvengono modificazioni nell'apparato di risonanza (copertura) e poiche' non perviene un'attivazione maggiore dei muscoli intercostali a contro-bilanciare l'aumento della pressione del fiato (appoggio), il soggetto cerca di mantenere la qualita' del suono uguale (cosa che non puo' avvenire, come abbiamo spiegato, perche' l'affinamento delle corde vocali e il loro allungamento de modificano il risultante suono nella sua composizione – non entro nei termini acustici che ne spiegano le caratteristiche!) e... la laringe sale!
Un esempio si fa' d'uopo: e allora l'insegnante dimostra come il suono muta nell'ascendere e spiega all'allievo il concetto della modificazione, a livello articolatorio, della vocale ( che non e' altro un adattare le cavita' di risonanza – orale e faringea – all'altezza, in base a una semplice legge acustica, e che viene ottenuto aprendo gradualmente la bocca: questo modifica la vocale verso una piu' aperta o piu' chiusa (a seconda della vocale di partenza) e produce l'effetto chiamato copertura, bilanciando la risonanza e mantenendo la presenza del chiaroscuro e una gradevole distribuzione delle frequenze).

Complementare alla modificazione della vocale e' l'appoggio, che non e' altro che l'uso dinamico dei muscoli, transverso e obliqui, addominali e il constante lavoro dei muscoli interni intercostali, che contrastano l'ativita' espiratoria della risalita del diaframma. Tale rallentamento – assieme alla modificazione della vocale, fa si che la pressione sottoglottidea riamanga minima e costante e il cantante possa cantare nella parte alta della sua estenzione senza affaticamento laringeo - in modo che egli rimanga all'oscuro dell'attivita' della laringe o del suo diaframma! - e possa dedicarsi all'aspetto interpretativo e comunicativo della sua esibizione, e ripeto: senza dover essere cosciente a livello fisico dell'attivita' laringea o diaframmatica: 1) il diaframma non puo' essere sentito ne' controllato 2) le corde vocali non possono essere controllate localmente.

Esistono vocalizzi specifici per sperimentare, capire ed ripetere a volonta' e con precisione gli aggiustamenti necessari allo scopo in questione (impedire la risalita della laringe). Tali modifiche degli spazi di risonanza sono semplicemente definibili, spiegabili e comprensibili, e rispondono alla legge acustica della ridistribuzione delle frequenze, necessaria qualora si voglia mantenere il timbro vocale costante per tutta l'estensione della voce.
Non richiedono assolutamente di andare contro natura come il distorcere la bocca, ne' il cercare l'affondo, ne' lo sbadiglio... ma, per me piu' importante, allo stesso tempo non richiedono allo studente di avere, a priori, sensazioni fisiche e coordinazioni motorie che non ha ancora sperimentato e che quindi non puo' conoscere ma solo immaginare e cercare di imitare (e come sarebbe possibile altrimenti? Se le avesse gia', il problema non c'e'!).
Questo processo informato di apprendimento gli da' gli strumenti per arrivare a quelle sensazioni, e che poi sia lui - o lei - ad associare immagini, emozioni, pure filosofie!, ad esse: allora, se crede, dira' di poter percepire un asse verticale e uno orizzontale, di sentiri come sulla cima di una montagna o chesso', se gli aggrada... ma noi abbiamo il dovere di dargli strumenti e indicazioni comprensibili cosi' che, risolte le difficolta' tecniche, possa dedicarsi allo studio del repertorio:
la vita e' breve e se c'e' un modo di spiegare e capire i concetti dell'arte del canto che sia piu' immediato, cerchiamo di usarlo e diffondiamolo!

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